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07 Ago 2017

I miei suoni dell'Africa

Scritto da

Dopo diversi mesi di inattività sono tornato a scrivere un articolo, abbastanza personale e nostalgico, su un luogo che mi è rimasto particolarmente nel cuore, l’Africa.

Il mio recente secondo viaggio nel “continente nero” mi ha lasciato diverse emozioni che difficilmente si riescono a trasmettere e ad oggi ancora non mi lasciano indifferente.

IMG 20170109 1032562 ridottaNella vita di un uomo le esperienze olfattive e uditive sono tra quelle più importanti e significative, un odore può rimanerti impresso per tutta la vita e suscitarti ricordi ed emozioni anche a distanza di parecchi anni. La stessa cosa può succederti con un suono, una musica, una voce. Zucchero in uno dei suoi brani canta: “Che suono fa la domenica da te?”. Questo perché nella tradizione italiana ma soprattutto cattolica, la domenica è un giorno di festa e il suono delle campane e dei chiassosi pranzi coi parenti dopo la messa, possono richiamare nell’esperienza di una persona, momenti felici o infelici del tempo che lentamente scorre.

L’esperienza olfattiva africana è una percezione difficile da riproporre qua in Italia, gli odori, percepiti nel loro habitat naturale, non saranno mai gli stessi che si sentono qui. La mia nostalgia però nasce dal secondo senso di cui prima parlavo, l’udito.

E’ un’emozione che nasce grazie all’ascolto di una forma d’arte tra le mie preferite, la musica. Non parlerò di suoni e note uditi direttamente nella terra dei big five (come per gli odori anche i suoni e le note sentite la, nel nostro continente assumono una percezione diversa) ma canzoni “occidentali” che mi permettono ascoltandole di rivivere alcune esperienze, indipendentemente da quello che il brano dice. Mi piacerebbe condividere coi lettori queste mie emozioni.

Parto da una delle mie artiste preferite, Carmen Consoli.

La cantantessa, termine con il quale la Consoli si autodefinisce nato da un’imprecisione di un tecnico straniero durante ad un concerto, nel 2006 pubblica l’album “Eva contro Eva” in cui è contenuta una canzone, “Madre Terra”. In un’intervista la cantante siciliana dichiara che l’origine dell’uomo è l’Africa (terra a cui è dedicato il brano) ed è proprio da quel continente che si è diffuso nel resto del mondo, da qui il termine “Madre” come creatrice. Non so se questa affermazione sia fondata, ma sicuramente il continente africano simboleggia per l’uomo contemporaneo un ritorno alle origini, se non altro per la natura e i paesaggi, che nonostante il tempo le guerre e l’uomo stesso, conservano ancora (in parte) un aspetto selvaggio.

2006 Eva contro Eva

Il brano, duettato con la cantante del Benin Angelique Kidjo, che canta in lingua originale africana, è una sorta di richiesta di attenzioni tra un bambino e la sua madre per poi sfociare in una breve descrizione e denuncia del maltrattamento del mondo nei confronti del continente africano. Mentre ascolto questo brano ripenso proprio al modo in cui l’Africa ti avvolge, ti prende e ti “culla” proprio come una madre apprensiva nei confronti di un figlio in difficoltà. Le mie incertezze, paure e insicurezze, che fanno parte della vita naturale di un uomo, nei giorni vissuti sotto al sole africano si sono dissolti, proprio come quando da bambino arrabbiato e piagnucolante, mi lasciavo abbracciare da mia madre che con il suo “potere” alleviava ogni dolore.

Un’altra canzone dal titolo emblematico e diretto è “Ti porto in Africa” di Mango tratta dall’album che porta il nome del singolo uscito nel 2004.

Mango è un cantante che ho iniziato ad apprezzare solo dopo aver cominciato a studiare canto, la sua voce è delicata e potente allo stesso tempo, grazie anche all’utilizzo del falsetto e di vocalizzi particolari ti travolge e ti intriga portando la tua attenzione a concentrarsi quasi solo sul pezzo.

“Ti porto in Africa” è una canzone particolare, al primo ascolto non è molto chiaro il significato e anche leggendo il testo si rimane un attimo perplessi, in realtà “Ti porto in Africa” è un album abbastanza spirituale (non a caso la prima canzone “Francesco” è dedicata a San Francesco) e il mio significato del pezzo è una storia d’amore che riparte dalle origini infatti dice: “Ho raccontato al vento che ti porto in Africa”. 

16 Ti porto in Africa big

Proprio li, dove tutto è cominciato, dove la natura è selvaggia, dove i colori sono chiari e definiti e dove l’amore è sincero e passionale. Ammetto che tutte le volte che sento il pezzo mi fermo, rifletto, ascolto e penso. Non necessariamente il pensiero è sempre rivolto all’Africa, ma decisamente questa fa da tramite a considerazioni più profonde e forse primordiali. La nota dolente è che purtroppo Pino Mango è scomparso nel dicembre del 2014, nel modo forse più bello per un cantante cioè facendo quello che amava, esibendosi sul palco.

L’ultima, forse la più scontata, è “Africa” dei Toto estratta dal loro album “Toto IV” del 1982. Devo essere sincero, della band americana conosco solo questo pezzo (forse il più famoso) ma sicuramente è un brano molto toccante.

Parla di una storia d’amore dove probabilmente il protagonista si trova costretto a decidere tra la donna che ama e l’Africa. Anche in questo caso (come con Carmen Consoli) il continente viene personificato nel ruolo di una donna, non più una madre premurosa ma un’amante.

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Il pezzo scorre fluido, lo trovo di facile ascolto (come si dice banalmente “orecchiabile”), sicuramente la parte più toccante è il ritornello quando il cantante dice: “It’s gonna take a lot to drag me away from you, There’s nothing that a hundred men or more could ever do, I bless the rains down in Africa, Gonna take some time to do the things we never had” cioè “Ci vorrà molto a trascinarmi via da te, Non c’è niente che cento o più uomini potrebbero mai fare, Benedico le piogge giù in Africa, Prendiamoci tempo per fare quello che non abbiamo mai fatto".

E’ logico che sul ritornello la mente inizia a viaggiare, ma al contrario del protagonista del pezzo io non mi immagino alcun dubbio di scelta, per me l’Africa non è un dubbio ma rimane una certezza, un punto fermo che è inciso ormai nei miei ricordi in maniera indelebile, ogni tanto ritorna sotto forma di nostalgia ma è una piacevole nostalgia, quasi romantica, che prima o poi so che potrò colmare con un altro viaggio, con un'altra esperienza vissuta proprio la.

Lorenzo Sarti

Per conoscere meglio i personaggi citati da me nell’articolo, di seguito vi allego i link ai siti ufficiali. Molte informazioni comunque sono reperibili anche su Wikipedia, cercando la pagina dedicata all’artista o all’album. Altre informazioni sono frutto di conoscenze personali, emozioni, libri e letture di blog su internet.

http://www.zucchero.it/

http://www.kidjo.com/

www.mango.it

http://www.carmenconsoli.it/it/

http://totoofficial.com/

Lorenzo Sarti

Sono nato a Bologna ma ho vissuto sempre in Romagna. Mi sono laurato alla Facoltà di architettura “Aldo Rossi” di Cesena nel 2010, dopo un’esperienza lavorativa in un grande studio milanese sono tornato nella mia regione e ho iniziato ad esercitare la libera professione. Da gennaio 2018 mi occupo come consulente del marketing, della comunicazione e i dei progetti per un'importante azienda di ceramica faentina. Contemporaneamente seguo la comunicazione e il marketing dello storico mobilifico della mia famiglia a Savignano sul Rubicone. Le mie passioni, oltre all'architettura, sono la musica, i viaggi e la storia, in particolar modo quella tardo romana e medioevale.

Potete trovare altre informazioni su di me consultando il sito www.lorenzosarti.it

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