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libreria ingegneria

21 Feb 2018

La strana vicenda di Dawson's Creek

Scritto da

Nel 1998, il network The WB lancia Dawson’s creek, teen drama per antonomasia ambientato nell’immaginaria cittadina di Capeside nel Massachussets.
Ipnotica sin dalla sigla di testa, il cui verso iniziale, I don’t want to wait, almeno in Italia si è ufficialmente trasformato nell’onomatopeico Auanauanaei, racconta la crescita emotiva e sociale di sei adolescenti.

A voler analizzare la serie adesso, ci si rende conto di anomalie inconcepibili con il senno di poi ma anche con quello di allora, visto che lo show ottenne ascolti bassi e rischiò più volte la chiusura: un improbabile triangolo “lei ama lui — lui non sa se la ama — alla fine arriva un altro lui”, un protagonista talmente granitico che è riuscito a recitare in seguito soltanto nei panni di se stesso, un certo qual tono pruriginoso ed esplicito che gli anni ’90 non erano pronti ad ascoltare.

Ciò nonostante, però, la serie non ha chiuso, ha resistito per sei stagioni, ha sfornato diversi attori di successo (una, Michelle Williams “quasi” da Oscar) e si è guadagnata un posto fisso nell’immaginario degli adolescenti dell’epoca e non solo.

Per scoprire il segreto di questo successo, basti pensare che la scena che salvò la serie dalla chiusura fu il sospiratissimo primo bacio tra Pacey e Joey, ovvero Joshua Jackson e Katie Holmes. Un bacio molto più recente, qualche tempo fa, ha svelato al mondo la love story che, dopo il fallimento delle rispettive relazioni precedenti , avrebbe legato i due per qualche tempo.

Quando si dice il destino.

 web 954943 640

 

 

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Giulia Soi

Sono nata a Roma mentre finivano gli anni '70 e – fatta eccezione per qualche anno vagabondo tra Spagna e Francia – ho sempre vissuto a Roma. Sempre nello stesso quartiere, per essere precisi.

Laureata due volte, una in Scienze della Comunicazione e l'altra in Geografia, ho iniziato a occuparmi di mass media alla Scuola di Televisione R.T.I. di Maurizio Costanzo: era il 2004 e da quel momento non ho più smesso.

Oggi sono un'autrice televisiva con all'attivo più di venti programmi per una dozzina di canali diversi, oltre che una giornalista pubblicista iscritta all'Odg del Lazio dal 2012; in generale, però, mi riconosco nella definizione di storyteller con il vizietto del web, il sogno di pubblicare un libro e una insaziabile passione per i viaggi, la musica e lo sport.

Oltre all’italiano, parlo correntemente e insegno cinque lingue, tre vive e due morte; quando la sera finisco di lavorare, divento ginnasta senza portafoglio, cantante per diletto e divoratrice patologica di serie televisive.

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