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17 Feb 2021

Proxima centauri: il segnale radio intercettato e candidato seti

Scritto da

Nel 1915 Robert Innes, direttore dello Union Observatory in Sudafrica, scoprì una stella, una piccola nana rossa a brillamenti, più piccola e più debole del Sole, facente parte della costellazione del Centauro, dalla quale prende il suo nome: ci stiamo riferendo a Proxima Centauri, la stella più vicina al sistema solare.

Essa è costantemente sotto l’osservazione di vari telescopi sparsi sulla Terra, che negli ultimi anni hanno condotto a scoperte molto interessanti. In particolare, nel 2016, grazie al telescopio di 3,6 metri di diametro che si trova all’Osservatorio di La Silla in Cile, i ricercatori guidati da Guillem Anglada-Escudé, della Queen Mary University di Londra, hanno capito che le piccolissime oscillazioni che vengono registrate intorno alla nana rossa sono dovute ad un pianeta presente nella sua orbita: si tratta di un pianeta roccioso, situato nella fascia abitabile dell’orbita di Proxima Centauri, sul quale è probabile che sia presente dell’acqua liquida, la quale, come sappiamo, renderebbe possibile la formazione di organismi viventi sul corpo celeste (al quale è stato dato il nome di Proxima b).

Esso ruota attorno a Proxima Centauri a una distanza di 7 milioni di chilometri (la Terra dista dal Sole 150 milioni di chilometri) con un periodo di 11,2 giorni e possiede una massa pari ad almeno 1,3 volte quella della Terra.

Essendo una stella a brillamenti, però, Proxima Centauri emette una pioggia di raggi ultravioletti e raggi X in una quantità tale da far credere che la formazione della vita su Proxima b sia in realtà difficile.

Ma gli studiosi sono speranzosi nella loro costante ricerca di corpi celesti abitabili od ospitanti forme di vita.  

«Molti esopianeti sono stati trovati e molti ancora ne verranno scoperti in futuro, ma cercare il pianeta potenzialmente analogo alla Terra e poi trovarlo è stata un'esperienza indicibile per tutti noi. Il prossimo passo è la ricerca di vita su Proxima b».  Anglada-Escudé

E infatti, oggi, si torna a parlare di Proxima Centauri e della possibile individuazione di forme di vita intelligente presenti nella sua orbita.

Da qualche settimana si parla di un segnale radio captato dalla Terra e proveniente da Proxima Centauri. In realtà non c’è nulla di certo e neanche niente di nuovo. La notizia sarebbe del 2019, ma sembra aver assunto un nuovo e particolare rilievo a partire dal 18 dicembre 2020, in seguito alla classificazione del segnale quale candidato SETI.  

Il SETI, acronimo di Search for Extra-Terrestrial Intelligence (Ricerca di Intelligenza Extraterrestre), è, così come suggerisce il nome, un programma di ricerca di forme di vita intelligenti abbastanza evolute da poter inviare segnali radio nel cosmo. Tale ricerca è rafforzata dall’invio, da parte del nostro pianeta, di segnali che possano essere intercettati e capiti da queste forme di vita extraterrestri e che diano testimonianza della presenza della nostra civiltà nell’Universo (SETI attivo).

Il programma è svolto dal SETI Institute, proposta nata nel 1960 su iniziativa di Frank Drake, che ha visto la sua realizzazione e fondazione ufficiale nel 1978, e la cui sede centrale è in California (USA).

Il SETI è un progetto ambizioso e le ricerche che vengono poste in essere sono estremamente complesse, a causa soprattutto delle distanze che devono essere “affrontate” dai vari segnali, i quali, quando e sé giungono a destinazione (ammesso che una destinazione ci sia), risultano estremamente deboli.

Le ricerche avvengono seguendo diverse ipotesi, tra cui particolarmente rilevante è quella fondata sull’assunto che le forme di vita presenti nella galassia sarebbero basate sulla chimica del carbonio (o almeno la maggior parte di esse), così come avviene per le forme di vita terrestri.  

Ecco perché si cerca l’acqua “in giro” per l’Universo, ecco perché risulta così fenomenale ogni dato che ne possa segnalare la scoperta. Ecco perché è così importante un pianeta come Proxima b.

Ed è proprio da Proxima b che sembra poter provenire il segnale radio protagonista di queste righe, così come viene supposto nell’articolo pubblicato a dicembre sul blog ufficiale del SETI Institute (https://www.seti.org/signal-proxima-centauri).  

Il segnale radio, adesso classificato dal SETI, è stato rilevato durante 30 ore di osservazioni condotte dal progetto Breakthrough Listen presso l’Osservatorio di Parkers in Australia (Proxima Centauri può essere osservata solo dall’emisfero australe), fra aprile e maggio 2019.

Questo segnale, denominato BLC1, ha una frequenza di 982,002 MHz ed ha una larghezza di banda molto stretta: rilevante perché, secondo molti radioastronomi, questa caratteristica riduce le possibilità che il segnale abbia una provenienza naturale, facendone supporre quindi la provenienza “sintetica”.
Rilevato durante le osservazioni di Proxima Centauri, il BLC1 sembrerebbe provenire da quella direzione, ma non esattamente dalla stella.

Da qui l’ipotesi che possa provenire da Proxima b e costituire quindi una testimonianza di forme di vita evoluta, e in grado di trasmettere segnali radio, presenti su quel pianeta.

Questa però è solo una delle ipotesi avanzate dagli studiosi. È molto probabile infatti che sia lo stesso pianeta Terra il produttore del segnale che, in qualche modo, deve essere ritornato a noi: sembra che, pur non provenendo direttamente da antenne terrestri, possa appunto provenire da un nostro satellite in orbita.
Non può poi essere del tutto scartata la teoria di un segnale naturale. Per le conoscenze che sono in nostro possesso, sappiamo che i segnali radio naturali, prodotti da quasar o da pulsar, non sono a banda stretta e non sono confinati ad una ristretta gamma di frequenze (come questo sembra essere). Ma pianeti con un forte campo magnetico, come ad esempio Giove, possono emettere questa tipologia di segnali.  

Niente può essere escluso, dunque, neanche l’ipotesi di un segnale alieno. Almeno questo è ciò che dichiara il SETI Institute, il quale, classificando il BLC1, probabilmente ne ritiene più che plausibile la provenienza extraterrestre.      

Fonti:

https://www.focus.it/scienza/spazio
https://www.sapere.it
https://it.wikipedia
https://www.seti
https://it.wikipedia
https://notiziescientifiche.it
https://www.seti
https://it.wikipedia
https://www.ansa.it

 

 

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Stefano Marcheselli

E' il fondatore di HumanEuropeCapital.

Laureato presso l'Università Bocconi di Milano, specializzato presso la Luiss Guido Carli a Roma, ha finito il percorso accademico presso l'Ecole de Commerce Solvay a Bruxelles.

Attualmente lavora come consulente in una consulting finanziaria a Milano.

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