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libreria ingegneria

31 Lug 2018

Social Recruiting: un nuovo processo di selezione del personale aziendale

Scritto da

Il Social Recruiter presto occuperà un ruolo fondamentale nel settore Risorse umane e soppianterà la figura di quello classico. Questo è quanto viene affermato da varie aziende per quanto riguarda il recruiting.Prima di esporre un’opinione a riguardo è giusto partire dalle basi e definire chi è il recruiter ed il suo campo d’azione.

“Il Recruiter è la figura professionale che si occupa di ricercare, valutare e selezionare i candidati all'inserimento in una posizione lavorativa. E' responsabile della gestione di tutti gli aspetti dell'intero processo di ricerca e selezione del personale. I Recruiter lavorano generalmente come dipendenti all'interno del reparto gestione risorse umane di aziende di dimensioni medio-grandi, oppure presso società di selezione del personale.” (Def. da Neuvoo).


Chi ha ricoperto questo ruolo fino ad oggi ha sempre vagliato i curricula cartacei dei candidati per una prima valutazione e dopo ha effettuato incontri vis-à-vis per accertarsi delle loro potenzialità. Non era necessario avere spiccate competenze 2.0 o di strategia di marketing per interagire con i candidati durante la loro selezione dato che “l’etere” era ancora un qualcosa di inesplorato ed a sé stante per questo settore.


Adesso invece è essenziale avere abilità tecnologiche ed informatiche, soft skills e capacità relazionali ben sviluppate per interpretare e svolgere bene il ruolo del selezionatore andando così a scovare il candidato perfetto e non aspettando che arrivi il suo curriculum nella cassetta della posta o per e-mail.


Con l’avvento della tecnologia o meglio dei social network, infatti, il mondo della selezione ha subito un cambiamento radicale. Siamo passati dalla pubblicazione di annunci di lavoro nei quotidiani a selezionare video di auto-candidature addirittura su youtube.


Quindi possiamo ben capire che non solo il candidato deve aggiornarsi e cercare il modo più originale ed efficace per distinguersi dalla concorrenza ma anche il recruiter stesso deve saper rispondere bene a queste nuove esigenze di selezione, relazionandosi sia online sia nei social e facendo ricerche dirette e mirate su quest’ultimi.


Elenchiamo quindi quali sono le principali competenze che un social recruiter deve avere nel suo background personale e professionale (elenco base di Neuvoo).


Capacità interpersonali, comunicative e relazionali = Essere chiari, avere ottime capacità di ascolto, di relazione, comunicando cioè in modo impeccabile sia in forma scritta che orale.

Essere professionali ma anche empatici = Trovare il giusto canale di dialogo con il candidato.

Capacità di Team Building = Saper coinvolgere, collaborare e interagire all’interno di un gruppo di lavoro. Energia, impegno, determinazione e rispetto,devono essere i punti di riferimento.

Abilità organizzative e di gestione del tempo = Stabilire le priorità delle varie attività, ottimizzare i tempi di lavoro. Essere cioè multitasking, flessibili ed elastici.

Grande attenzione ai dettagli = Dare informazioni complete e tempestive.

Capacità di pensiero critico e risoluzione problemi = Capacità di Problem Solving, efficienza e tempismo.

Abilità amministrative e tecnologiche = Capacità di utilizzo dei sistemi informatici ed informativi, conoscenza dell’utilizzo dei social media e dei programmi di videoscrittura.

Abilità statistico- matematiche ma anche manageriali.


I compiti che il selezionatore dovrebbe svolgere sono altrettanto molteplici.

Sviluppare una profonda conoscenza della cultura aziendale per poter discutere con i manager le esigenze aziendali ed individuare bene le caratteristiche base del profilo del candidato richiesto.

Analizzare le posizioni vacanti ed il fabbisogno di risorse umane. Preparando e pubblicando successivamente un annuncio di lavoro per quella posizione.

Analizzare le candidature interne ed esterne e classificarle per posizioni vacanti e caratteristiche.

Effettuare una prima scrematura dei candidati sulla base dei curricula ricevuti, dei requisiti richiesti ed anche facendo affidamento ai criteri di selezione. Individuare le soft skills del candidato.

Stabilire e condurre i colloqui di lavoro per eventuali assunzioni.

Creare e mantenere una rete di candidati qualificati. Per chi viene assunto può essere previsto un periodo di affiancamento dove il recruiter viene visto come tutor nella fase di ‘rodaggio’ ma al tempo stesso anche come supervisiore per controllare e verificare l’attendibilità e le capacità del neoassunto. È il portavoce dell’azienda. Per chi invece non dovesse essere preso dall’azienda ma ha comunque valide potenzialità e qualità per ricoprire altri ruoli nell’azienda stessa, viene messo in stand-by e considerato come prima scelta in una futura posizione vacante.

Ricercare potenziali candidati su social network e bacheche di lavoro, ma anche contattando direttamente le Università ed associazioni del settore.

Attirare l'attenzione di potenziali candidati attraverso la pubblicità.

Aggiornare e mantenere le informazioni sui candidati in modo tempestivo ed adeguato.


Le lauree umanistiche ed in particolar modo quelle in psicologia e sociologia sono le più richieste ma anche altri possono comunque provare ad intraprendere questo percorso lavorativo.


Il concetto che deve passare attraverso questo articolo è che le aziende oggigiorno devono essere viste anche loro stesse come dei social network, delle piattaforme virtuali piene di interconnessioni, che sono in continuo sviluppo e miglioramento. Ogni risorsa che fa parte dell’azienda deve garantire del valore aggiunto, deve cioè sentirsi parte integrante ed attiva alla crescita aziendale. Adesso questo incremento di potenziale lo si può avere solo inserendo all’interno dell’azienda persone sì qualificate per il ruolo che gli viene affidato ma che, al tempo stesso, siano formati a 360° anche su altri aspetti che fino a ieri non erano richiesti.


Interagire sia con il mondo reale e sia con quello dei social permette alla risorsa di avere maggiori spunti di confronto e di crescita, implementando così la propria conoscenza e quella dell’azienda stessa.


Il Social recruiter riuscirà quindi a fondere insieme questi due mondi e dovrà essere in grado di individuare nuove risorse che facciano anche da “Influencer”, che apportino good practices e che trasmettano good vibes.


Queste persone scelte saranno “il biglietto da visita” dell’azienda attirando maggiore attenzione, garantendo visibilità e rafforzando l’attendibilità generale.


Il “selezionatore digitale” deve immedesimarsi nella figura di cacciatore, deve andare alla ricerca del candidato, infatti, non funziona più il viceversa e quindi deve essere capace di padroneggiare i social ed intercettare il giusto candidato. Fare quindi una selezione ancor prima di contattarli e preparare un’offerta ad hoc per coinvolgerli in un primo colloquio anche tramite una semplice chat su Facebook, Linkedin o Twitter.


Deve avvenire quella sorta di trasformazione di processo mentale dove i social network non devono essere visti come semplici piattaforme di comunicazione ma come veri strumenti di selezione.


Quindi il Recruiter 2.0 sarà sicuramente la “chiave di volta” per attirare le candidature nelle aziende perché saprà rendere più efficace, veloce e funzionale il processo di selezione di candidatura.

social

Se qualcuno fosse interessato a ricoprire questo ruolo sicuramente non se ne pentirà dato che è una figura in continua evoluzione e le aziende stanno finalmente iniziando a capirne la sua necessità per stare al passo con la concorrenza. È un lavoro ben retribuito, che permette di conoscere tante persone avendo così sia una crescita personale, implementando le rispettive soft skills, sia quello professionale per migliorare l’approccio con gli altri e l’esperienza in questo settore.


Le aziende devono comunque aumentare la formazione interna nel settore risorse umane, facendo progredire la conoscenza dei social network, capire la potenzialità della strategia del social media marketing e dell’employer branding.


Le opportunità del web sono molteplici ed alla portata di un semplice click, i canali di comunicazione sono davvero tanti e quindi le possibilità di avere un profilo più visibile sono nettamente aumentate sia per chi voglia fare il recruiter 2.0 sia per chi vuole candidarsi per un lavoro.


Il recruiting si sta sposando perfettamente con il web quindi è giusto essere consapevoli di questa rivoluzione ed avere gli strumenti adatti per primeggiare in questo campo, quindi la carta vincente sarà avere ben delineate le competenze nel campo tecnologico ed informatico ma anche avere ben sviluppate le soft skills, creando un canale di comunicazione sia professionale sia empatico.

 

Fonti

fiorentemente.it

www.repubblica.it

neuvoo.it

www.talentsangels.com

 

 

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Carlotta Potenti

Opinionista, aretina. Laureata in Ingegneria Gestionale presso il DIISM di Siena.

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