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libreria economia

20 Apr 2018

Il Bilancio sociale tra obblighi ed opportunità: la sfida della informazione non finanziaria

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Non si può vivere solo di numeri. Può essere questa una delle chiavi di lettura dello sviluppo della responsabilità sociale di impresa. Infatti la diffusione di pratiche virtuose e una maggiore consapevolezza e responsabilizzazione del consumatore medio finale porta le impresa ad interrogarsi sulla implementazione di documenti di natura non finanziaria, qualora non obbligatori, da accompagnare ai canonici strumenti di misurazione delle performance economico-finanziaria resi obbligatori dalla legge.

Il Bilancio Sociale è forse lo strumento principe che al proprio interno interseca un connubio forte tra la necessità di essere CSR compliant e il veicolo di ciò che l’azienda ha portato avanti in termini di esternalità positive ciò che la circonda, primi fra tutti gli stakeholder, istituzionali e non. Tutto ciò traccia il solco tra la convinzione della bontà di un strumento informativo ricco e completo e la imposizione del legislatore nazionale, ma anche comunitario.

Il tema è stato affrontato dal legislatore dell’Unione Europea attraverso la Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio n. 2014/95/UE in materia di revisione della direttiva precedente in materia di obblighi di comunicazione non finanziaria da parte delle imprese. Tale atto impatta direttamente nei paesi dell’Unione, che devono necessariamente recepirlo.

chess 3325010 640Il legislatore italiano ha introdotto tali modifiche con il D.Lgs. 254 del 30 dicembre 2016, disciplinando la necessità, visto l’ambito soggettivo di alcuni enti, che gli stessi si dotino obbligatoriamente di documenti recanti informazioni di carattere non finanziario. Questa obbligatorietà nasce dal fatto che l’Unione Europea si è espressa in merito e gli Stati Membri devono armonizzare la propria legislazione nazionale con quella europea.

Nel frattempo, il legislatore italiano, dopo qualche lustro e con tutte le problematiche del caso, ha introdotto la riforma del Terzo Settore (Legge n. 106 del 06/06/2016), in parte rivoluzionando un quadro normativo che era alquanto complicato e spesso confusionario. Un importante tema riguarda la modifica della qualifica di “impresa sociale”, identificata con il Decreto Legislativo 112 del 3 luglio 2017, che, introducendo nuovi paradigmi applicativi, fornisce definizioni più precise e importanti sgravi fiscali. La vocazione sociale di tali imprese, così come identificate dal testo della Riforma, deve essere però in qualche modo veicolata, anche e soprattutto all’interno del mondo cooperativo che fa della mutualità la mission, anzi vision, del proprio agire imprenditoriale.

Per questo infatti l’art. 9 c. 2 del novellato Decreto disciplina l’obbligatorietà, per tutte le imprese che assumono la qualifica di “impresa sociale”, di redigere e pubblicare un documento contenente informazioni di carattere non finanziario identificato con il bilancio sociale stesso, superando quindi quella impasse legislativa che di fatto poneva quest’ultimo come documento di principio volontaristico piuttosto che di obbligo etico morale. All'interno del documento in esame essa dovrà tenere conto “[...] della natura dell'attivita' esercitata e delle dimensioni dell'impresa sociale, anche ai fini della valutazione dell'impatto sociale delle attivita' svolte [...]”.

A questo punto la cooperazione sociale si è posta vari quesiti in materia, posti agli organi ministeriali competenti. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con nota n. 2491 del 22 febbraio 2018, ha risposto alle cooperative sociali, che hanno acquisito di diritto la qualifica di imprese sociali. I dubbi erano sorti in tema di obblighi di redazione del bilancio sociale, di attività di interesse generale in cui operano le imprese sociali, e di obbligo di nomina dei sindaci.

Attestato il fatto che per le cooperative non è obbligatoria (anche se auspicabile, come dichiarazione volontaristica) la redazione di un bilancio sociale, le cooperative sociali hanno un diverso approccio, dettato dal fatto che ai sensi dell'articolo 1 comma 4 del d.lgs. n. 112/2017 hanno acquisito di diritto la qualifica di imprese sociali. Pertanto, ad esse e ai loro consorzi, le disposizioni del decreto stesso "si  applicano nel rispetto della normativa specifica delle cooperative ed in quanto compatibili". Il Ministero quindi ritiene dunque applicabile a tutte le cooperative sociali l'obbligo di redazione, deposito e pubblicazione del bilancio sociale, imposto alla generalità delle imprese sociali. Nella realtà infatti tale dettato appare in linea con i principi direttivi della riforma del Terzo settore, che pongono in primo piano i canoni della trasparenza e della rendicontazione, per tutelare l'affidamento e la buona fede della generalità dei cittadini.

L'informazione non finanziaria e i documenti che ne sono necessariamente il portato fattuale quindi assumono, con la riforma del Terzo Settore, una rilevanza strategica, voluta in prima analisi dal dettato normativo. Gli intrecci tra norme imperative e norme facoltative per la adozione di modelli di business CSR compliant riguardano in primo luogo, dal lato del legislatore nazionale, il rapporto tra il dettato normativo previsto per la adozione di modelli organizzativi 231 (D.Lgs. 231/2001) e la implementazione e pubblicazione di un bilancio sociale. Nei prossimi articoli verrà in qualche modo trattato anche questo tema.

 

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Filippo Lo Piccolo

Nasce a Faenza il 23 giugno 1986. Completati gli studi classici, consegue la Laurea Magistrale in Economia e Professione presso la Facoltà di Economia dell’Università di Bologna con il massimo dei voti, conseguendo parallelamente anche il Diploma di Licenza Specialistica del Collegio Superiore. In seguito, si specializza nello studio delle Società Cooperative conseguendo il Master di I Livello in Economia della Cooperazione presso l’ateneo bolognese. È Tutor Didattico presso la Scuola di Economia, Management e Statistica dell’Università di Bologna, dal 2011, di diverse materie economico-aziendali. È Dottore Commercialista e Revisore Legale dal 2012. Ha uno Studio Commerciale a Faenza dove si occupa principalmente di Diritto Tributario e Consulenza aziendale. È Sindaco Effettivo e Revisore di Società di Capitali e Cooperative. È appassionato di musica ed è molto attivo nel volontariato e associazionismo (Rione Rosso).

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