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libreria ingegneria

25 Lug 2018

Guerre nel mondo

Scritto da

Interrogativo banale: può l’uomo vivere in pace?

Se la storia ci ha insegnato qualcosa, sappiamo bene che la risposta è no. Nonostante questo, viviamo in un’epoca in cui le grandi guerre sono state idealmente bandite, grazie ai Trattati internazionali, grazie alle unioni tra Stati, le politiche accomodanti.

L’uomo medio occidentale, europeo o americano che sia, vive in un mondo in cui la guerra, i morti per la patria, sono ormai meno di un ricordo, poco più di qualcosa racchiusa in un libro scolastico.

Purtroppo però la realtà non è questa. E può ancora una volta sembrare banale e scontato, ma non lo è.

Viviamo in un momento in cui la popolazione vive di “first world problems”, i problemi del primo mondo, definizione anglofona per dire che siamo solo degli ingenui, forse anche superficiali. Che mentre noi soffriamo per lo schermo dello smartphone che è finito in frantumi, là fuori, da qualche parte, c’è ancora qualcuno che gioca a fare la guerra.

I politici, gli strateghi, gli economisti, i grandi uomini, insomma, che sono dietro a tutto questo, combattono ancora.

Non esisteranno più le crociate, l’amor di patria, la lotta per la razza ariana, ma ci sono ancora tantissimi meccanismi capaci di innescare la corsa all’invasione.

Abbandonando gli ideali, non difendiamo più re e religioni, non tentiamo più di piantare la nostra bandiera su una terra straniera o di spiegare che il nostro Dio è l’unico Dio, ma ovunque, nel mondo, c’è un soldato americano impegnato a “fare la pace”, con un fucile in mano, aiutato da un soldato europeo.

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La guerra è ufficialmente bandita. Ma qual è lo stato in cui riversa il mondo?

AFRICA: 29 Stati e 241 tra milizie-guerrigliere, gruppi terroristi-separatisti-anarchici coinvolti.

Punti Caldi: Egitto (guerra contro militanti islamici ramo Stato Islamico), Libia (guerra civile in corso), Mali (scontri tra esercito e gruppi ribelli), Mozambico (scontri con ribelli RENAMO), Nigeria (guerra contro i militanti islamici), Repubblica Centrafricana (spesso avvengono scontri armati tra musulmani e cristiani), Repubblica Democratica del Congo (guerra contro i gruppi ribelli), Somalia (guerra contro i militanti islamici di al-Shabaab), Sudan (guerra contro i gruppi ribelli nel Darfur), Sud Sudan (scontri con gruppi ribelli).


ASIA: 16 Stati e 173 tra milizie-guerriglieri, gruppi terroristi-separatisti-anarchici coinvolti.

Punti Caldi: Afghanistan (guerra contro i militanti islamici), Birmania-Myanmar (guerra contro i gruppi ribelli), Filippine (guerra contro i militanti islamici), Pakistan (guerra contro i militanti islamici), Thailandia (colpo di Stato dell’esercito Maggio 2014).

Per capirci, in questo momento, solo in Afghanistan, sono impegnati gli eserciti di 49 Paesi, facenti parte della International Security Assistance Force (ISAF):

Albania, Armenia, Australia, Austria, Azerbaijan, Bahrain, Belgio, Bosnia e Erzegovina, Bulgaria, Canada, Corea del Sud, Croazia, Danimarca, El Salvador, Emirati Arabi Uniti, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Macedonia, Malesia, Mongolia, Montenegro, Olanda, Norvegia, Nuova Zelanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Singapore, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Tonga, Turchia, Ucraina, Ungheria, Stati Uniti.


MEDIO ORIENTE: 7 Stati e 257 tra milizie-guerriglieri, gruppi terroristi-separatisti-anarchici coinvolti.

Punti Caldi: Iraq (guerra contro i militanti islamici dello Stato Islamico), Israele (guerra contro i militanti islamici nella Striscia di Gaza), Siria (guerra civile), Yemen (guerra contro e tra i militanti islamici).


EUROPA: 9 Stati e 81 tra milizie-guerriglieri, gruppi terroristi-separatisti-anarchici coinvolti.

Punti Caldi: Cecenia (guerra contro i militanti islamici), Daghestan (guerra contro i militanti islamici), Ucraina (Secessione dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk e dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk), Nagorno-Karabakh (scontri tra esercito Azerbaijan contro esercito Armenia e esercito del Nagorno-Karabakh).


AMERICHE: 6 Stati e 28 tra cartelli della droga, milizie-guerrigliere, gruppi terroristi-separatisti-anarchici coinvolti.

Punti Caldi: Colombia (guerra contro i gruppi ribelli), Messico (guerra contro i gruppi del narcotraffico).

Questi dati sono stati tutti estrapolati dal sito web www.guerrrenelmondo.it, grazie al quale è possibile approfondire la situazione e rimanere costantemente aggiornati.

Detto questo, mi permetto di chiudere questa parentesi con uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione.

 

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente in condizioni di parità con gli altri Stati alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

 

Art. 11 – Costituzione della Repubblica Italiana

 

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