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11 Set 2021

Afghanistan: quali scenari?

Scritto da

È il 15 agosto 2021: i talebani ritornano a Kabul dopo quasi 20 anni dalla loro fuga dalla capitale afghana. Dopo due decenni di guerra in Afghanistan, un accordo pone fine all’occupazione del territorio da parte delle milizie occidentali (americane e britanniche in testa), aprendo la strada ad una nuova presa di potere da parte del gruppo estremista islamico: rinasce l’Emirato Islamico dell’Afghanistan.

 

Il termine “taleban” in pashtu (seconda lingua più parlata in Afghanistan e diffusa anche in Pakistan) significa letteralmente “studente”, in quanto il movimento inizia a formarsi nelle scuole coraniche pakistane, negli anni ’90, e nel 1994 si ha la sua fondazione ufficiale a Kandahar da parte del mullah Mohammed Omar, combattente islamico durante la guerra tra l’Afghanistan e le truppe sovietiche che occuparono il paese tra il 1978 e il 1989. Il movimento dei talebani nasce appunto dall’esigenza di ristabilire l’equilibrio interno successivamente all’occupazione sovietica, con l’obiettivo di diffondere una cultura e uno stile di vita basati su un’interpretazione radicale della sharia. Essa è la legge islamica: qui il termine legge deve essere inteso genericamente, in quanto la sharia non è un corpus di norme scritte e determinate, ma una serie di principi, derivati dal Corano e dalle altre fonti islamiche, interpretati diversamente da ogni fedele, sia esso inteso come singolo individuo o come Stato nel suo complesso; la sharia distingue le norme riguardanti il culto e gli obblighi rituali da quelle più propriamente giuridiche. A quest’ultime si ispirano gli Stati islamici che pongono a fondamento del loro diritto positivo la sharia: tra questi, ad esempio, l’Arabia Saudita, la quale sostenne militarmente i talebani già negli anni 90. Nel 1996, infatti, con l’aiuto di Pakistan, Emirati Arabi e Arabia Saudita, i talebani guidati dal Mullah Omar presero anche Kabul, dando il via alla prima stagione del terrore in Medio Oriente, durata fino all’indomani dell’attentato alle Torri Gemelle.

Il neonato Emirato Islamico dell’Afghanistan si rese colpevole – tra il 1995 e il 2001 - di almeno 15 massacri contro la popolazione civile afghana, supportato e coadiuvato dall’altro movimento estremista islamico, Al-Qaeda; rifiutò ogni idea di democrazia, considerando “traditore” ogni persona che avesse collaborato con diplomatici e media occidentali; vietarono cinema, musica e televisione; alle donne fu vietato qualsiasi contatto con uomini estranei alla famiglia, fu imposto il divieto di guidare, di truccarsi o di indossare gioielli.

I talebani aiutarono Al-Qaeda negli attentati all’America nel 2001. Il 7 ottobre dello stesso anno, U.S.A. e U.K. dichiararono guerra all’Afghanistan. I leader talebani fuggirono in Pakistan, continuando negli anni a reclutare e formare combattenti. Adesso sono tornati e sono riusciti a “riconquistare” quasi interamente il loro paese di origine. Il ritrovato potere degli estremisti islamici in Afghanistan non è stato il frutto di un assalto improvviso durato qualche giorno, ma il risultato di un processo avviato da tempo e conclusosi, diplomaticamente parlando, con l’accordo di pace tra talebani e Stati Uniti, firmato a Doha dall’allora Presidente U.S.A. Donald Trump. L’accordo prevede l’interruzione dei conflitti e il ritiro delle milizie dal territorio Afghano entro 14 mesi. A ciò è seguito l’annuncio dell’attuale Presidente Biden, risalente allo scorso aprile, della decisione di rispettare il patto e ritirare le truppe entro l’11 settembre 2021, in quanto "Non intendo chiedere alle nostre forze armate di combattere una guerra civile senza fine. Non è nel nostro interesse, non lo chiedono gli americani e non lo meritano le nostre truppe", ha dichiarato in questi giorni il Presidente. Ciò che è successo rafforza la decisione presa dall’occidente: il Presidente afghano Ashraf Ghani e le forze armate afghane hanno rinunciato a difendere il proprio paese, dunque – ha dichiarato Biden – non si può chiedere ai soldati americani (o di altri paesi) di combattere quando le forze militari afghane non l’hanno fatto e non lo faranno.

In questo momento, lo scenario che si presenta è formato, da un lato, dalle dichiarazioni ufficiali dei leader talebani e dalle loro azioni e, dall’altro lato, dall’evacuazione dei diplomatici, militari e civili in partenza da Kabul. Questi ultimi, però, non hanno fatto in tempo a mettersi in salvo: in questi ultimi giorni, ad aggravare la situazione si sono aggiunti attacchi terroristici proprio alla capitale. Un kamikaze si è fatto esplodere al Baron Hotel e un altro presso l’Abey gate dell’aeroporto: l’attacco è stato rivendicato dalla Provincia del Khorasan, filiale afghana dell’IsIs. I feriti sono 150 e le vittime sembrano essere almeno 200, tra cui 3 cittadini britannici e 13 soldati americani. A proposito di tali avvenimenti, le dichiarazioni del presidente Biden non hanno tardato ad arrivare: egli ha sostenuto, apparendo visibilmente emozionato, che le operazioni di evacuazione del territorio continueranno, ma che l’attacco non verrà né dimenticato né perdonato.   Il capo del comando centrale statunitense, McKenzie, ha affermato che Washington è pronta a reagire contro altri attacchi, che già da subito si è temuto potessero arrivare. Infatti, proprio nelle ultime ore (29 agosto 2021), gli Usa hanno sventato un altro attacco kamikaze all’aeroporto di Kabul, del quale ancora non si hanno i dettagli; non si capisce, inoltre, se vi è un collegamento tra quest’evento e il razzo che ha colpito una casa nella capitale, producendo altre vittime, tra cui un bambino.

La situazione è più che mai pericolosa e frastagliata. Non è facile prevedere che piega continueranno a prendere gli eventi. L’attenzione è di nuovo puntata sul Medio Oriente e, questa volta, qualcosa lascia trapelare un cambiamento degli equilibri del potere mondiale. Paesi orientali quali la Cina hanno confermato la loro volontà di continuare a comunicare con il contingente talebano e, mentre quasi tutti i paesi stanno provvedendo al rimpatrio dei loro diplomatici, Cina e Russia sembrano non voler procedere in questa direzione; e proprio dalla Cina arriva la posizione secondo la quale i talebani di oggi sarebbero più lucidi e razionali di quelli di 20 anni fa e che bisognerebbe valutare la situazione in maniera oggettiva.

“Adesso - dichiara Toni Capuozzo a “Morning News” - si apre un nuovo mondo con molte polarità diverse. Russia, Cina, Iran sono tutte interessate ad avere nei talebani degli interlocutori". "I talebani in 20 anni - considera Capuozzo - probabilmente sono cambiati, saranno diplomaticamente più accorti, ma siamo sicuri che non sono cambiati costumi, usi e tradizioni. Il loro corpo dottrinario era ed è la Sharia, il corano e i burqa per le donne, l'istruzione negata alle donne. Un mondo - conclude - che pensavamo scomparso 20 anni fa".

Ma valutare oggettivamente la situazione significa forse dimenticare o mettersi una benda su gli occhi? I talebani che oggi cercano di mostrare una facciata di diplomatica calma, di perdono e forse addirittura di “moderazione” rispetto a gli antichi ideali, sono gli stessi che hanno sostenuto il terrorismo di Al Qaeda e di Osama Bin Laden; gli stessi che ripudiano l’uso di droghe (in quanto contrarie ai principi dell’islam), ma si finanziano attraverso la produzione e la vendita dell’oppio; gli stessi che nel 2012 spararono a Malala Yousafzai, giornalista sostenitrice dei diritti delle donne e vincitrice del premio Nobel per la pace. Proprio loro che oggi promettono di rispettare le donne, sì, ma nei limiti imposti dalla sharia; così come avevano da poco garantito di non voler imbastire vendette conto chi ha “collaborato” con l’occidente, per poi però andare a cercare i “traditori” casa per casa per assassinarli. 

Quanto si può credere quindi alle loro dichiarazioni? Nel frattempo, la paura e la disperazione invadono la terra afghana e le immagini che vengono raccolte per le strade di Kabul sono lo specchio della situazione nella sua totalità: migliaia di persone, che avevano intravisto un modo di vivere più simile al nostro, sprofondano nel terrore, perdono la speranza di un miglioramento delle loro vite e si vedono costrette alla fuga.

Si prospetta un gigantesco passo indietro: non nell’occidentalizzazione del mondo, ma nella civiltà nel suo senso più ampio. Si deve andare oltre chi pensa che si parli solo in nome di una presunzione occidentale di perfezione: è necessario riconoscere che nel 2021 i diritti umani non hanno un lato del mondo di appartenenza, un colore o una lingua. Qualunque sia la cultura che colora una terra, alcune compressioni o decapitazioni dei diritti umani non possono essere tollerate: il popolo, donne e bambine tra tutti, passeranno da una sorta di “libertà in tempo di guerra” al “terrore in tempo di pace”. Come è possibile per una donna del 2021 dover arrendersi all’idea di non poter più guidare, di non poter più mostrare il proprio volto, di non poter accedere liberamente all’istruzione?

E dunque l’immagine che vediamo adesso è quella della fuga. Non si sa cosa realmente verrà messo in atto e quali saranno gli interventi da parte di altri paesi, se ce ne saranno. In questo momento possiamo soltanto rimandare alle notizie che mostrano un popolo disperato che si da alla fuga, con aerei in partenza da Kabul presi d’assalto ormai da giorni, e paesi stranieri che si preparano all’accoglienza di migliaia di rifugiati, mentre i vertici internazionali (tra cui l’ONU e il G7) si preparano a riunirsi e ad affrontare quello che avverrà.

 afghanistan 60662 1280

 FONTI:

https://www.fanpage.it/esteri/usa-lasciano-afghanistan-biden-non-potevamo-combattere-per-il-futuro-degli-afghani-al-posto-loro/

https://www.ilpost.it/2021/07/06/talebani-afghanistan/

https://tg24.sky.it/mondo/approfondimenti/afghanistan-talebani-chi-sono#04

https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/afghanistan-cos-e-la-sharia-la-legge-coranica-dei-talebani_36996254-202102k.shtml

https://www.ilsole24ore.com/art/afghanistan-ultime-notizie-biden-possibile-forze-usa-restino-oltre-fine-agosto-AE5keid

https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/afghanistan-toni-capuozzo-ricorderemo-questi-giorni-come-la-fine-dell-era-americana_36978198-202102k.shtml

https://www.adnkronos.com/attacco-isis-a-kabul-oltre-90-morti-uccisi-13-soldati-usa_1n40fiG4UXtRNuxhgBhIxb?refresh_ce

 

 

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Stefano Marcheselli

E' il fondatore di HumanEuropeCapital.

Laureato presso l'Università Bocconi di Milano, specializzato presso la Luiss Guido Carli a Roma, ha finito il percorso accademico presso l'Ecole de Commerce Solvay a Bruxelles.

Attualmente lavora come consulente in una consulting finanziaria a Milano.

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