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libreria ingegneria

26 Giu 2017

Vivere nascosto o indignarsi? L'impegno nella società attraverso i secoli

Scritto da

“Λάθε βιώσας”, “vivi nascosto”, affermavano gli epicurei a partire dal III secolo a.C. Secondo questa scuola filosofica il raggiungimento di una vita beata si fondava sull'atarassia e l'aponia, ovvero l'assenza di turbamenti e sofferenze nell'animo.

Ma può davvero questa chiamarsi vita? Può l'Uomo trovare la propria felicità nel disinteresse per ciò che accade intorno a lui?

Completamente opposta è la posizione dell'autore latino Terenzio, sintetizzata nella frase tratta dall'opera teatrale “Heautontimoroumenos”: “Homo sum: humani nihil a me alienum puto” ("Sono un essere umano: non ritengo estraneo a me nulla di umano"). Certo, si tratta di due mondi che vivevano situazioni storiche e sociali profondamente differenti: la Grecia di Epicuro era ormai in piena età ellenistica, totalmente sottomessa a sovrani assoluti che finanziavano la cultura solo per accrescere il proprio potere, mentre la Roma repubblicana stava per affermarsi come incontrastata dominatrice del Mediterraneo occidentale, con la definitiva vittoria su Cartagine nel ventennio successivo. L'esortazione alla partecipazione sociale ha animato la cultura europea attraverso i secoli, passando per il Catone Uticense del “Bellum Civile” di Lucano, disposto a morire per i propri ideali piuttosto che arrendersi, poi per il “non ragioniam di loro, ma guarda e passa” rivolto da Virgilio a Dante di fronte agli ignavi, rifiutati anche dall'Inferno, per arrivare alla famosa poesia di Brecht “Prima vennero...”, ispirata da un sermone di un pastore protestante. 

 

"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari 

e fui contento, perché rubacchiavano. 

 

Poi vennero a prendere gli ebrei 

e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. 

 

Poi vennero a prendere gli omosessuali, 

e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. 

 

Poi vennero a prendere i comunisti, 

ed io non dissi niente, perché non ero comunista. 

 

Un giorno vennero a prendere me, 

e non c'era rimasto nessuno a protestare."

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Oggi ci troviamo nuovamente in un periodo di grande conflitto fra queste due concezioni di stile di vita: da un lato, chi ritiene che il singolo non abbia alcun potere di cambiare le cose e, dall'altro, chi invece manifesta attivamente per ciò in cui crede. Non è facile prendersi la responsabilità di ciò che si scrive e si pensa, quindi in molti rinunciano ad agire in favore di un lamento massificato, i cui risvolti davvero non vanno più in là del bar o del social di riferimento. 

L'indifferenza, tuttavia, è pur sempre una scelta, ma difficilmente porta a qualcosa di buono: è necessario porsi domande, ascoltare, leggere, essere parte attiva nel presente per modellare il futuro.

Non sarà il caso a decidere per noi, quindi spegniamo Netflix e, sulle note di Power to the people¹, andiamo a lasciare un segno del nostro passaggio, perchè saremmo una goccia nell'immensità dell'oceano, "ma cos'è l'oceano se non una moltitudine di gocce?”²

 

Fonti:

¹ https://www.youtube.com/watch?v=RtvlBS4PMF0

² David Mitchell, "Cloud Atlas"

Lisa Pitrelli

Nata nel 1996, laureanda in lettere classiche presso l'Alma Mater Studiorum di Bologna. 

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